Sommario La matrice jacobiana del flusso integrale può essere ottenuta come soluzione di un'equazione lineare a coefficienti dipendenti dal tempo, l'equazione alle variazioni. Quest'ultima può essere sfruttata per studiare le proprietà del flusso integrale che dipendono dal suo differenziale; tra queste c'è anche la proprietà di essere una trasformazione canonica.
Dato un sistema dinamico ed il suo flusso integrale:
limitiamoci a considerare un ``piccolo'' intorno di una
singola soluzione . Piccolo vuol dire che
la soluzione ``variata'' Y(t) avrà condizione iniziale
che tende ad
, e considereremo trascurabili i
termini del secondo ordine di infinitesimo rispetto
a
. Poiché il flusso integrale è continuo
rispetto alle condizioni iniziali, sarà ancora vero che
almeno per t in un intervallo
limitato. Allora l'equazione del moto relativo:
si può linearizzare trascurando gli infinitesimi di ordine superiore; il vettore ``variazione'' V=Y-X soddisferà ad un'equazione differenziale lineare a coefficienti variabili:
Questa argomentazione può essere resa rigorosa
utilizzando il teorema di
differenziabilità del flusso ,
per cui il flusso integrale
è differenziabile (di classe almeno ) rispetto alle
condizioni iniziali, e dotato di derivate miste continue:
Allora chiamiamo la matrice jacobiana del
flusso integrale rispetto alle condizioni iniziali, calcolata
per le condizioni iniziali
date:
e deriviamo rispetto alle condizioni iniziali il primo membro
dell'equazione di moto, in cui è stato sostituito :
sfruttando l'eguaglianza delle derivate miste, si può scambiare la derivata rispetto a t con quella rispetto alle condizioni iniziali
Eseguendo gli stessi calcoli sul secondo membro dell'equazione differenziale:
ed eguagliando
si ottiene un'equazione lineare, detta equazione alle variazioni , la cui matrice dei coefficienti A(t) dipende dal tempo (in modo continuo, essendo la matrice jacobiana della F(x) calcolata lungo la soluzione data).
Poiché il flusso integrale al tempo zero è l'identità:
ne segue che la matrice è proprio la matrice ottenuta
accostando un sistema fondamentale di soluzioni
dell'equazione alle variazioni.
Esempio:
con sistema di soluzioni fondamentali .
Esempio:
Problema
Nel caso di un'orbita periodica, dimostrare che la matrice di
monodromia M è della forma , dove A è una
matrice quadrata. Mostrare che la stabilità dell'orbita
periodica dipende dal segno delle parti reali degli autovalori
di A, che sono pure detti esponenti di Lyapounov .
Data una hamiltoniana H(P,Q), le equazioni di Hamilton si possono mettere nella forma:
dove J è la matrice che definisce la struttura simplettica
dello spazio
Se indichiamo con il flusso integrale di questo sistema
hamiltoniano, allora
è una soluzione delle
equazioni di Hamilton, cioè come funzione di t soddisfa al
problema alle condizioni iniziali
Consideriamo ora lo stesso flusso integrale come una
trasformazione dello spazio (P,Q), cioè come un'applicazione
tra le condizioni iniziali e lo stato al tempo t. Per il teorema di
differenziabilità possiamo derivare rispetto alle componenti delle
condizioni iniziali, e costruire la matrice jacobiana (di tipo
)
Possiamo allora costruire l'equazione alle variazioni
prendendo la matrice jacobiana dei due membri dell'equazione
differenziale soddisfatta da : al primo membro,
scambiando l'ordine di derivazione:
e al secondo membro
dove è stata usata la regola di differenziazione delle funzioni
composte, e dove è la matrice hessiana delle
derivate seconde, che è simmetrica; si intende che essa va calcolata
lungo l'orbita
. Dunque
, l'evoluzione della
matrice jacobiana del flusso lungo l'orbita con una fissa condizione
iniziale, se considerata come funzione del solo t è la soluzione
del problema alle condizioni iniziali:
che è un sistema di equazioni differenziali lineari non autonome: i
coefficienti sono una funzione di t che è nota, una volta che sia
nota l'orbita .
Le equazioni alle variazioni qua sopra sono a loro volta
equazioni di Hamilton, nel senso che la matrice rappresenta un
sistema fondamentale di soluzioni delle equazioni con
hamiltoniana quadratica dipendente dal tempo:
Teorema del flusso canonico :
Data una funzione hamiltoniana H(P,Q) di classe , sia
la soluzione dell'equazione alle variazioni che fornisce
la matrice jacobiana del
flusso integrale lungo una soluzione (P(t),Q(t)).
La è, per ogni t per cui è definita, una
matrice simplettica , cioè di soddisfa a
Dimostrazione:
allora C è la soluzione del problema alle condizioni iniziali, che
si ottengono sostituendo alla derivata di il secondo membro
dell'equazione alle variazioni:
che ha la soluzione ovvia ; per unicità della soluzione,
e quindi
è simplettica.
Come già osservato nel caso ad un grado di libertà, questo risultato corrisponde alla nozione intuitiva che il flusso integrale è canonico, in quanto conserva la forma hamiltoniana delle equazioni di moto, che sono indipendenti dal tempo e perciò invarianti rispetto allo scorrere del tempo stesso.
Peraltro la dimostrazione qui sopra della canonicità del
flusso si applica anche al caso di una hamiltoniana dipendente dal
tempo; la dipendenza dal tempo appare nell'equazione alle variazioni
soltanto in , che comunque dipende dal tempo
attraverso le soluzioni.
Definizione:
Per il teorema qui sopra, ogni sistema dinamico definito da equazioni di Hamilton è conservativo.
Questa definizione di sistema dinamico conservativo generalizza la definizione di sistema dinamico conservativo data nel caso ad un grado di libertà; infatti le trasformazioni che conservano l'area , nel caso in cui lo spazio delle fasi ha dimensione 2, coincidono con le trasformazioni canoniche.
Questa definizione giustifica anche l'uso dell'espressione ``sistema conservativo'' anche se applicata ad un sistema newtoniano conservativo . Benché il sistema dinamico associato alle equazioni di Newton, e anche alle corrispondenti equazioni di Lagrange , non sia conservativo nel senso della definizione qua sopra, esiste pur sempre un corrispondente sistema hamiltoniano, ottenuto per trasformazione di Legendre , che ha questa proprietà.