Questo lavoro mi stancò molto, forse perché non ero ancora ben addestrato alla ricerca nel ciberspazio. Ogni volta mi ritrovavo sul lettino tutto sudato, come dopo una gara di atletica. Mi avevano anche assegnato un ufficio, in cui c'era uno schermo ad altissima qualità ed un sistema sonoro sofisticato, con cui potevo guardare in tutti i modi possibili i video dei dinosauri ed ascoltare i suoni delle tracce audio che io stesso avevo individuato. I dinosauri si muovevano davanti a me, dagli altoparlanti uscivano le loro ``voci'', ma non c'era sincronizzazione. Le bocche dei dinosauri si muovevano, ma il suono non c'entrava per nulla; per quanto provassi non riuscivo a trovare un pezzo di audio ed un pezzo di video che andassero d'accordo.
Per qualche giorno non ebbi occasione di lavorare con la Giusti; invece feci quattro chiacchere con Anna, la specialista del linguaggio dei cetacei. Lei era molto più avanti di me nel lavoro di traduzione: una volta mi condusse con sé nel ciberspazio ad ascoltarla parlare con una balena azzurra. Un attimo di buio, di mancanza totale di sensazioni; non è facile rendersi conto del trascorrere del tempo: come mi hanno insegnato, conto lentamente, uno, due, tre. Quando la luce si riaccende, ma non attraverso i miei occhi, mi trovo nell'oceano accanto ad Anna, e alla balena; naturalmente non sono veramente nell'acqua, e respiro normalmente. La comunicazione non è semplicissima, visto che le frequenze usate dalle balene sono molto basse; tutti i suoni emessi da Anna vengono convertiti in frequenza, allungandoli di un fattore dieci. Poi bisogna aspettare che la balena risponda, ed il suono venga accelerato; nel frattempo chiacchieriamo.
- Che ne pensi della Giusti? - le chiedo - mi sembra duro lavorare con lei.
- Come competenza non c'è niente da dire, è semplicemente la migliore. Certo, come carattere...
- Con me qualche volta è gentile - mi rendo conto che Anna è stupita di sentirmelo dire, ma poi il rombo della balena interrompe la nostra conversazione; più tardi abbiamo delle altre cose di cui parlare, lei è quella con cui mi piace di più chiaccherare tra quelli della torre d'avorio di San Cataldo.
Questo succedeva un venerdì. Quella notte dormii poco e male: forse i neuroni innestati non erano ancora del tutto a posto, e feci un sogno veramente angoscioso. Sono su di una pianura immensa, senza confini né orizzonte, come certi ambienti nel ciberspazio. Io fuggo sulla pianura del tutto priva di ripari, e dietro di me avanza un dinosauro, molto più grande, forte e veloce di me. Infatti in poco tempo mi raggiunge, mi afferra e mi tiene schiacciato al suolo con gli artigli delle zampe posteriori, e comincia a cantare. Anzi, a cantarmi, come parlando con me; ho proprio la sensazione che voglia comunicare, solo io non lo capisco perché ho troppa paura, e poi non voglio sentire quello che lui mi dice, anzi lei, è un dinosauro femmina, e alla fine mi bacia. A questo punto mi svegliai di soprassalto; questo era troppo, avevo lavorato più del giusto e mi ero logorato inutilmente, meglio prendermi un giorno di riposo, tanto più che l'alba che stava spuntando era quella del sabato.
Però prima di andare in città passai da S. Cataldo per dire alla prof che mi prendevo il sabato libero, una cosa tutt'altro che ovvia per chi lavorava con la Giusti; per non passare per uno poco dedito alla ricerca, cercai di annacquare la mia richiesta:
- Lunedì, Professoressa, vorrei passare qualche tempo con lei, per spiegare i pochi progressi che ho fatto, e per chiedere qualche consiglio.
- Lunedì ci sono... posso tenermi libera, la mattina, per lavorare con te - questa era una risposta molto incoraggiante, visti i mille impegni che la Giusti aveva come Direttore d'Istituto, oltre che nei tanti progetti di ricerca che dirigeva. Questo era un segno che il progetto del CD dei dinosauri era importante per lei, ma anche della considerazione, quasi preferenza, che lei aveva per me.
- Se lei ha un po' di tempo, forse potremmo andare insieme nel ciberspazio, per cercare di farsi assieme un'idea complessiva del problema. È chiaro che ci vuole un'idea nuova per sbloccarmi.
- Vedi, Nieri, un'idea nuova è cosa rara e preziosa. Ora passa un buon weekend di riposo, torna lunedì in gran forma, e alle nuove idee daremo la caccia.