La dominatrice di queste sessioni era quasi sempre la Giusti. Per esempio mi ricordo che quel giorno era seduta proprio accanto a me, diciamo che io mi ero seduto accanto a lei, come facevo ogni volta che ci riuscivo, e di tanto in tanto mi sussurrava all'orecchio un commento che le pareva istruttivo, ma stava sempre ben pronta ad intervenire. Parlava il prof. Helgasson dell'Università del Colorado; una presentazione piacevole soprattutto per chi, come me, non era un esperto di paleontologia, perché non era troppo tecnica ma cercava di spiegare le cose essenziali anche ai non iniziati.
- I dinosauri erano veramente delle creature straordinarie. Il visitatore della ``sala dei dinosauri'' di un grande museo di storia naturale è colpito dalla misura degli esemplari più grandi, come il Diplodochus lungo 27 metri, oppure dalla ferocia di un Tyrannosaurus con una mandibola di 1 metro e 20, armata di denti lunghi 15 centimetri. Questi dinosauri sembrano i draghi della leggenda, le mitiche incarnazioni della stupida ferocia. Però, se voi superate la paura istintiva e guardate le vetrine che mostrano i dinosauri più piccoli, noterete che la loro caratteristica più straordinaria è la varietà di forme e la capacità di adattarsi ai più diversi ambienti. Per esempio il Plesiosaurus, simile a quello che alcuni affermano di avere visto nel Loch Ness, viveva come i pescecani di oggi, un carnivoro del mare; l'Anchilosaurus corazzato pascolava nelle pianure, lottando con i veloci predatori come il Deinonychus; nel cielo volavano gli Archeopterix, e altre specie che fanno da anello di congiunzione tra i dinosauri e gli uccelli.
- I paleontologi non conoscono ancora la nuova specie del CD? - chiesi sottovoce alla Giusti.
- Zitto, vedrai che ci arriva - rispose la prof; e infatti poco dopo il prof. Helgasson si avvicinò al punto che più ci interessava.
- L'opinione dei paleontologi sui dinosauri è cambiata molto rispetto all'800, quando erano ricostruiti come enormi lucertole. Ora noi conosciamo molte più specie di dinosauri, molte delle quali sono più piccole. Ma ciò che ha più contato è stata la teoria, avanzata per la prima volta negli anni '70 del secolo scorso, e confermata dagli scavi della Mongolia negli anni '10 di questo secolo, secondo la quale i dinosauri erano a sangue caldo, altrettanto efficienti nella loro fisiologia dei mammiferi e degli uccelli. Pertanto, dobbiamo presumere, erano capaci di movimenti e comportamenti altrettanto evoluti di quelli degli uccelli e dei mammiferi. Riguardo all'intelligenza è stato scoperto che alcuni dinosauri avevano un rapporto tra la massa del cervello e quella del corpo molto alta, simile a quella dei mammiferi di oggi. Per esempio, questa immagine mostra una ricostruzione, fatta dal Museo Nazionale di Scienza Naturale di Ottawa, dello Stenonychosaurus Inequalus. La sua altezza era poco più di quella di un uomo, e il rapporto peso del cervello su peso del corpo era di circa 1 a mille. Questo indica che questo dinosauro era più ``intelligente'' dei primitivi mammiferi, che erano le sue prede. Si pensa che ci fossero specie di dinosauri ancora più intelligenti di questa, ma di cui noi non abbiamo ancora trovato i fossili.
La Giusti sollevò la mano, e ad un cenno del conferenziere si alzò e gli chiese il permesso di mostrare un'altra immagine.
- Questa immagine, che sto mostrando sul megaschermo, è tratta dal CD fossile, del tardo cretaceo, del lago Waukarly-carly. Come vedete, è una specie con un cranio ancora più sviluppato, che è stata battezzata Waukarlysaurus; il rapporto massa cerebrale su massa del corpo, abbiamo calcolato, era di circa 1 a 40, contro 1 a 50 per l'uomo, 1 a 45 per la donna.
Il commento della prof fu seguito da un mormorio di approvazione dei suoi seguaci, anche se i maschi erano meno entusiasti; ma il visitatore straniero non si scompose affatto.
- Dobbiamo ringraziare la professoressa Giusti per questa bellissima immagine di una specie veramente straordinaria di dinosauro. Vorrei però sottolineare che la scoperta del CD fossile, e di altri resti tecnologici della fine del cretaceo, apre più problemi di quanti ne risolva. Per comprendere queste difficoltà provate a immaginarvi che cosa penseranno, tra cinquanta milioni di anni, i paleontologi della razza delle formiche quando cercheranno di comprendere quale era la specie più evoluta nella estinta classe dei mammiferi, avendo a loro disposizione solo una mascella di scimmia ed una tibia umana.
Questa battuta suscitò le risate del pubblico, ma io non ci trovavo tanto da ridere. Il conferenziere continuò:
- Ma perché mai i mammiferi dovrebbero estinguersi? Questo è il problema. I dinosauri erano capaci di adattarsi in modo così efficiente a quasi tutti gli ambienti; così la cosa più straordinaria su di loro è che siano estinti. L'estinzione di una singola specie non ha niente di strano, può essere prodotta da un cambiamento del clima, oppure dall'apparizione di un competitore più forte. Ma perché le specie estinte non sono state sostituite da altre specie di dinosauri, quando queste erano le creature più evolute e più adattabili? Come è stato possibile che i mammiferi, all'epoca piccoli animali non particolarmente astuti, capaci di sfuggire ai loro cacciatori dinosauri soltanto nascondendosi nelle loro tane, siano diventati la classe dominante?
- Mi sembra che si debba pensare così: l'estinzione dei dinosauri, alla fine del cretaceo, fu causata da un'immensa catastrofe. - questa fu la risposta della Giusti, che rappresentava il modo di pensare della scuola pisana.
Al termine del seminario, il prof. Helgasson rimase a prendere il tè nella sala comune, e la Giusti lo andò subito a cercare per continuare la discussione. Poiché io la seguivo a ruota, come al solito, mi presentò subito all'ospite straniero, ed in termini molto lusinghieri:
- Le presento Alberto Nieri, un nostro dottorando, si occupa proprio di decifrare il CD fossile; ha già ottenuto dei risultati interessanti, soprattutto sul linguaggio dei dinosauri, per il quale ha identificato i principali fonemi, e ha trovato il modo di sincronizzare l'audio con il video.
- Molto interessante - fece il visitatore, e mi trascinò in una discussione sull'acustica della scatola cranica dei dinosauri e sui presunti organi dell'udito identificati negli scavi del Marocco; francamente, io avevo l'impressione di capire meglio i dinosauri, o magari le balene di Anna. Perciò me la squagliai piuttosto presto, e andai al laboratorio VR per farmi un giretto nei miei siti preferiti del ciberspazio.
Un attimo di buio: conto lentamente, uno, due, tre. Quando la luce si riaccende mi trovo direttamente al sito del CD fossile, ormai lo conosco come se fosse casa mia. Mi sono fabbricato delle macro che mi danno una visione globale del CD e del lavoro di identificazione già fatto, per esempio i segmenti audio che sono già stati sincronizzati con segmenti video.
Ma oggi voglio ritrovare qualcosa in particolare, un segmento video che ho già visto e che ha qualcosa di strano. Ecco, è proprio questo: c'è un dinosauro della specie dominante, un Waukarlysaurus, che parla, muovendo il muso in un modo che ormai mi è familiare, tenendo qualcosa in mano... voglio dire nella zampa anteriore. Ecco, ora la telecamera inquadra la zampa, con cinque dita di cui due opponibili, l'oggetto che regge è... un foglio di carta, no, non posso sapere se è carta, ma è un foglio, ed è coperto di simboli. Il dinosauro sta leggendo! Vado a verificare se per il segmento di video immediatamente precedente, quello in cui si vede il dinosauro che parla, c'è il corrispondente segmento audio: tombola!
Vorrei uscire immediatamente dal ciberspazio per raccontare alla prof quello che ho trovato, ma quando alzo gli occhi mi trovo davanti Laura.
- Perché sei andato via? Ti senti male?
- No, no, sto benissimo... avevo un'idea che volevo seguire, e penso proprio di aver trovato quello che cercavo: guarda! guarda! sta leggendo quello che c'è scritto su quel foglio!
- Bene, è interessante, ma non ti eccitare.
- Ma non capisci? subito prima che il video mostri il foglio con i simboli, c'è una sequenza abbastanza lunga in cui si vede bene il dinosauro che parla, e per questa sequenza abbiamo identificato la colonna sonora, perciò...
- Vuoi dire, possiamo far corrispondere i simboli scritti ai fonemi? Ma non sappiamo neppure, sta leggendo da destra o da sinistra, dall'alto o dal basso?
- Basta seguire l'inquadratura: è chiaro che legge dall'alto in basso. Quanto alla destra o sinistra, negli uomini succede così: quando un cameramen inquadra un testo che viene letto, anche se l'immagine contiene tutta la riga c'è una tendenza a far oscillare la telecamera in un modo caratteristico, quasi impercettibile. Ecco, ora guardiamo al rallentatore... come vedi, il movimento della telecamera tende a seguire le parole che vengono lette e poi scatta indietro all'inizio della nuova riga; un movimento piccolissimo, ma che è facile da mettere in evidenza con un ingrandimento della regione vicino al bordo, così. Quindi, i dinosauri leggevano da destra a sinistra, e ora possiamo cercare con l'analisi di correlazione tra fonemi e simboli la posizione sul foglio in cui stava leggendo all'inizio della sequenza.
Ormai sono un maestro delle macro definite dall'utente, e mi bastano pochi gesti per far eseguire i calcoli man mano che li descrivo a Laura.
- Ecco, questa è la soluzione del problema crittografico più semplice che ci sia: dopotutto, i dinosauri non cercavano di nasconderci il codice, ma avevano una lingua progredita, in cui i fonemi corrispondevano ai simboli, mica come l'inglese. In poco tempo potremo trascrivere nei simboli della scrittura dinosaurica qualsiasi segmento audio, o viceversa farci ``leggere'' qualunque file di testo.
Laura mi si avvicina e mi bacia. Soltanto questo riesce a fermare il mio slancio, ma sono felice.
- Ora sono stanco, continuerò domani, tanto ormai con questa stele di Rosetta audiovisiva il lavoro diventa molto più facile, si possono usare tecniche di decrittazione multimediale quasi standard.
- Vieni, ti porterò io, in un posto dove puoi riposarti - dice Laura, a voce bassa.
- Dove, in città?
- Che dici, qui nel ciberspazio - mi prende la mano e aziona un motore di ricerca di un tipo che non conosco. Dopo pochi secondi siamo in uno spazio piuttosto oscuro, senza precisi confini, c'è solo un'icona che rappresenta una porta, e dopo che Laura ha toccato l'icona con la mano che stringe ancora la mia appare la scritta locked, chiusa.
- Ma dove siamo, voglio dire, che sito è questo?
- È una meeting room, una stanza privata; non importa dove sia, quale calcolatore ci ospita, in quale memoria, questo sito è solo per noi due, che ci siamo dentro.
- Ma non c'è niente, ci siamo solo noi due, voglio dire, le nostre persone - solo alla fine di questa frase mi rendo conto che Laura non ha ancora mollato la mia mano, e allora smetto di parlare.
È un fatto ben noto che nel ciberspazio, benché le sensazioni tattili siano possibili per chi ha un innesto neuronale, ci si trova in stato di deprivazione sensoriale dal punto di vista del contatto fisico con gli oggetti, e a maggior ragione con le persone. Proprio per questo raramente ci si tocca, perché fa troppa impressione, come se lo si aspettasse da troppo tempo. A pensarci bene questo è anche un argomento favorito delle nettales, quelle più hard, che si possono trovare solo nei siti vietati ai minori. Così la sensazione di toccare Laura è veramente sconvolgente. Il silenzio dura molto a lungo. Poi lei mi bacia ancora. Non sono più tanto sicuro di cosa accade veramente dopo; del resto, cosa vuol dire ``veramente''?
Quando la luce si spenge lentamente, e ci ritrovammo nel laboratorio VR eravamo molto di buon umore. Laura... la prof parlava della mia scoperta con l'eccitazione della ragazzina che ha un nuovo giocattolo, oppure un nuovo... ma è meglio stare con i piedi per terra. Mi condusse subito in giro per l'istituto raccontando a tutti il mio metodo.
- Insomma - spiegai io - abbiamo trovato un dinosauro che legge un testo che possiamo seguire sul foglio su cui è scritto.
- Stai attento - fece la Giusti - non so se si può parlare di scrittura; in effetti sembra stampato. Comunque non usare termini... troppo antropomorfici.
- Non vedo come si possa dire altrimenti: il dinosauro legge un testo scritto - replicai.
Più tardi, mentre uscivamo dall'edificio di San Cataldo, feci per prenderla sottobraccio per aiutarla a salire sulla sua barca, ma lei mi respinse molto fermamente. Forse non voleva che qualcuno notasse che io mi prendevo delle confidenze con lei; del resto, io di confidenze non me ne prendevo di certo, al di fuori della realtà virtuale.
Andrea Milani 2011-10-11