3.2 Bocche e mani

Il lunedì mi presentai di buon ora nello studio della Giusti. Le spiegai con molti, forse troppi, dettagli le difficoltà incontrate, e ammisi che ero in un vicolo cieco.

- È chiaro - fa la prof - senza sincronizzazione, non è veramente multimediale, e tu non puoi applicare quello che hai studiato. Bisogna trovare un metodo, per combinare audio e video. Hai nessuna idea che si potrebbe provare? Dimmi senza timore, anche le idee più pazze... non abbiamo molto da perdere, può valere la pena, anche una linea di ricerca che appare improbabile.

Io avevo paura che l'invito a non aver timore di lei fosse una trappola. L'avevo sentita stroncare le idee dei suoi collaboratori che lei aveva trovato ovviamente sbagliate: sembrava che avesse uno scudiscio per frustarli, benché usasse solo la lingua. Comunque dovevo tentare.

- L'unica cosa originale che mi viene in mente è il sogno che ho fatto qualche notte fa, in cui un dinosauro mi afferra con i suoi artigli, poi mi canta e mi dà la sensazione di volermi parlare - mi guardai bene dal menzionare come era finito il sogno.

- Secondo le teorie psicologiche, in auge nel secolo scorso, i sogni contengono dei messaggi, vengono dall'inconscio. In questo caso, io il messaggio non lo capisco; forse c'è sotto solo la tua frustrazione, per non aver trovato come fare. Ma nella ricerca ci vuole tempo, devi imparare ad avere pazienza.

Questo reazione nei confronti di chi le aveva tirato fuori una stupidaggine come un sogno mi parve veramente un trattamento di favore. Perciò osai chiederle di venire con me nel ciberspazio, e lei accettò subito.

Questa volta nel laboratorio VR i lettini erano tutti liberi, e il medico si occupò subito di noi; la Giusti gli disse di prepararci per una seduta piuttosto lunga. Subito prima di collegarsi, mentre eravamo già assicurati ai lettini, mi rivolse un sorriso di incoraggiamento.

- Dove ci troviamo? - le chiesi - questa volta non voglio andare al sito del CD del cretaceo, ma fare una ricerca con un motore logico a largo raggio di azione.

- Nel ciberspazio ci ritroveremo, al motore di ricerca logico dell'Università di Praga. È il più efficace per quelle ricerche, in cui non si sa tanto bene quello che si cerca.

Un attimo di buio, di mancanza totale di sensazioni: conto lentamente, uno, due, tre, quattro, cinque. Quando la luce si riaccende, ma non attraverso i miei occhi, mi trovo in uno spazio dai contorni indefiniti, mi sembra di stare su di una pianura senza confini.

Mi ci vogliono alcuni secondi (secondi?) per riprendermi dal disorientamento, poi comincio a cercare l'indirizzo del motore di ricerca indicatomi dalla prof, usando il piede sinistro e la tastiera virtuale, cioè le dita. Naturalmente quando arrivo al sito cercato Laura è già lì, e non tamburella con le dita per l'impazienza soltanto perché nel ciberspazio rischierebbe di attivare la tastiera, o qualche strana macro. In questo riconosco la professoressa Giusti, ma qui mi rivolgo a lei in un altro modo, forse solo per rispetto alla netiquette.

- Ascolta, Laura, voglio ricercare le possibili connessioni logiche tra i dinosauri, gli uccelli ed il loro canto, e la comunicazione. Lo so, assomiglia al mio sogno, ma come hai detto prima, forse i sogni ci comunicano qualcosa che non ci rendiamo ancora conto di sapere.

- Va bene, non ho un'idea meglio di questa, perciò proviamo. Digitiamo:

elenco dei termini:

dinosauri, uccelli(canto),

uomini(comunicazione con).

Ci vogliono parecchi tentativi, ma alla fine viene fuori qualcosa. Il motore di ricerca logico dell'Università di Praga è un programma di potenza gigantesca, che perciò costituisce una pallida ma non del tutto inutile approssimazione dell'intelligenza; e naturalmente ha accesso a tutti i motori di ricerca del ciberspazio. La sua sibillina sentenza è la seguente:

Un uccello che parla all'uomo è il pappagallo;

anche il merlo indiano

- Non c'è niente di più deludente, dell'intelligenza artificiale, se uno è così stupido, da credere che risolva i suoi problemi - questo è l'acido commento della prof; dove è finita Laura?

- Aspetta, Laura, aspetta; il pappagallo è una bestia molto stupida, ma ha effettivamente la capacità di emettere suoni molto ben articolati. Torniamo al sito del CD del cretaceo.

- Va bene, proviamo come dici tu.

Appena ottenuto l'accesso al CD fossile faccio comparire un video di dinosauri che parlano tra loro, poi lo rallento circa di un fattore tre; quindi accedo in una finestra secondaria il database multimediale di canti degli uccelli, cercando tramite il suo sistema di indici i pappagalli. Qualche manovra per ingrandire e avvicinare due immagini, un pappagallo ed un dinosauro che parlano, ancora qualche piccola regolazione per aggiustare la velocità del video, ed ecco, ora la somiglianza tra i movimenti del pappagallo e quelli del dinosauro si vede benissimo.

Ora attivo l'audio del pappagallo, con il solito gesto della mano sinistra trasformo nello spazio delle frequenze, quindi per ogni fonema del pappagallo genero uno spettrogramma che viene memorizzato, scalato in frequenza, e confrontato con i suoni nelle tracce audio del CD fossile.

- Trovato! Il mio programma di confronti di spettri comincia ad identificare i fonemi nelle registrazioni audio dei dinosauri, che quindi possono essere trascritte; poi confrontando con i movimenti dei dinosauri, per analogia con quelli dei pappagalli, posso trovare il segmento video che corrisponde a questo segmento audio.

- E questo metodo... lo hai trovato in sogno? - mi chiede esterefatta Laura.

- Evidentemente era un po' che ci stavo pensando, magari senza rendermene conto. Come hai detto prima, il nostro inconscio ci manda dei messaggi.

Laura mi viene molto vicina, mi bacia di nuovo sulla bocca, e mi guarda negli occhi.

- Sei stato fantastico - che cosa non farei per un suo sguardo come questo; e poi mi prende per mano; io non me l'aspetto, di sentire il contatto della sua mano, benché in teoria devo saperlo, l'innesto neuronale dà accesso anche al senso del tatto, i tutto il corpo. Restiamo così fermi, la mano nella mano, per un tempo senza tempo.

Poi diamo il comando di uscita. La luce si spenge lentamente, in una dissolvenza incrociata apparve il laboratorio VR. Quando mi ritrovai sdraiato, mi accorsi che il mio braccio destro penzolava dal lettino e sfiorava la mano di lei che stava nel lettino accanto. Allora le presi la mano; la Giusti, Laura, lei insomma, mi sorrise e non ritirò la mano. Dal suo corpo che giaceva accanto al mio emanava un odore caldo e salato: uscendo dal ciberspazio, dove non c'è senso dell'olfatto, lo sentivo più intenso, ed era buono. Il medico di guardia ci voltava le spalle, non saprei se lo facesse apposta, forse le nettales non erano del tutto false e lui era abituato. Non succedeva niente, ci tenevamo la mano e ci guardavamo negli occhi. Stavamo così per un tempo che non sapevo e non volevo misurare; poi lei fece un sospiro più forte, ritirò la mano, e si liberò dalle cinghie per alzarsi.

Mentre il medico di guardia ci staccava gli innesti, lei si complimentò ancora con me.

- Un risultato notevole, Nieri, una intuizione brillante.

- Grazie, professoressa, ho fatto del mio meglio.

- Non è vero, Nieri: si può sempre fare meglio, e da te me lo aspetto, che migliori ancora.

Mi ritirai nel mio studio, dove presi qualche appunto sui fonemi dei dinosauri. Però quel pomeriggio ero svogliato, e mi misi invece a leggiucchiare un'enciclopedia online; mi venne voglia di andare a controllare la storia della diga di Bocca d'Arno. Avevo visto un modello della diga, che stava nel cortile dell'Università di Calci, ma il modello era ingannevolmente piccolo: la diga era lunga più di trenta chilometri, per tenere a bada il mare lungo le foci dei fiumi Arno e Serchio; aveva un sofisticato sistema di chiuse e pompe, per far uscire l'acqua dei due fiumi in un mare che stava piú in alto del loro letto. Era cresciuta fino ad un'altezza di quindici metri, quando cedette.

La storia raccontata nell'enciclopedia faceva qualche concessione alla solita retorica, tipo i pisani lottavano centimetro per centimetro per proteggere la loro terra e le loro case, sotto la guida degli ingegneri. Però si parlava anche degli effetti benefici della costruzione della diga sull'economia locale: Diecine di migliaia di persone erano impiegate nel cantiere, e a quell'epoca Pisa era la città europea con il più basso tasso di disoccupazione. Una foto aerea mostrava gli arroganti grattacieli costruiti all'inizio del secolo, con gli uffici dei progettisti e delle ditte costruttrici. Un'altra foto scattata proprio quando la diga aveva ceduto mostrava l'ondata, era proprio come nella mia visione, più alta degli alberi; l'ultima foto mostrava i monconi dei grattacieli di Pisa Ovest che spuntavano appena dalle acque, la didascalia diceva che in poco tempo erano crollati anche gli ultimi resti, finché non rimase niente.

Quel presunto svago mi aveva depresso, e sì che la giornata era andata molto bene, quindi me ne andai un po' prima del solito al mio alloggio, dove dormii a lungo e male, tormentato da sogni complicati; soltanto uno lo ricordo, forse perché era l'unico che poteva avere un senso. Nel sogno sto in una pianura senza orizzonte, come nel ciberspazio, ma paludosa, c'è Laura che mi tiene per mano, e mi attira verso un angolo buio, dove l'acqua è più profonda, mentre dall'altra mano la Giusti mi tira verso il lato illuminato e asciutto, sotto questi opposti strattoni il mio corpo si allunga come nei cartoni animati.

Andrea Milani 2011-10-11