-Vieni a vedere, Marco ha scoperto un pozzo! -e mi trascinò fuori dall'aula senza darmi neanche il tempo di dire ai bambini che per oggi avevano vacanza.
Su quello che restava della pista da ballo della sera prima si era radunata una gran folla: praticamente l'intera compagnia. Tutti parlavano contemporaneamente con tono molto eccitato. L'unica proposta concreta venne da Paolo, il pilota, che disse:
-Vado a vedere dove piazzare il perforatore -e scomparì dietro alle dune in sella ad una moto da sabbia. Gli altri sembravano soprattutto intenti a calcolare i loro profitti; in particolare Laura e Marco che erano letteralmente al settimo cielo con tutti i loro debiti spazzati via in un colpo solo.
Passò almeno un'ora prima che Emilio ritrovasse il suo ruolo di direttore e ricominciasse a dare degli ordini a destra e a manca. Ad Elena, che era l'unica che non sembrava per niente contenta, cosa comprensibile visto che questa volta non era stato suo marito a trovare il pozzo, disse di chiamare Carlo al telefono per dirgli di andare a fare il profilo sismico del nuovo pozzo, visto che lui aveva l'attrezzatura più moderna. Il nervosismo di Elena si trasformò in una vera sfuriata contro suo marito e praticamente tutti gli altri quando non riuscì ad avere risposta da Carlo.
Benedetta, vista la condizione quasi isterica di Elena, disse:
-Non c'è problema, vado io a cercarlo in elicottero.
E io che non gradivo affatto quell'atmosfera pensai di fuggirne con un gradevole giro in elicottero. Il deserto, visto dall'alto, non è nè piatto nè uniforme, ma sembra percorso da immense onde di sfumature diverse di colore. Il radar trovò rapidamente il camper di Carlo che stava, come mi disse Benedetta, non molto lontano dal nuovo pozzo:
-Carlo doveva essere sulla stessa pista, ma per una volta è stato Marco a vincere la gara.
Però Carlo non era nel suo camper; allora Benedetta azionò il localizzatore di emergenza sintonizzandolo sul beeper di Carlo: lo strumento indicò una posizione a poche centinaia di metri dal camper.
-Ma allora perchè non ci ha visti arrivare? -fece Benedetta tra sè, e ci avviammo a piedi in quella direzione.
Carlo era disteso immobile sulla sabbia. Quando fummo abbastanza vicini vedemmo un lungo rivolo di sangue che solcava la sabbia; infine ci accorgemmo che il corpo di Carlo era attraversato da un buco grande come una mano.
-Ma che cosa può averlo conciato così? -chiesi io.
-Quello -rispose Benedetta indicandomi un attrezzo a forma di pistola che giaceva, anch'esso insanguinato, sulla sabbia -è una pistola perforatrice, fatta per perforare la roccia e prelevarne dei campioni; ti puoi immaginare che cosa fa ad un uomo.
-Purtroppo non ho affatto bisogno di immaginarmelo.