-Ma benedetti ragazzi, le avete sentite tante volte le storie della Sorbona dell'epoca di Pomme de Terre; ci sono sulla vostra antologia di scuola...
-No, noi vogliamo sapere come era Pomme de Terre quando arrivò a Parigi, quello che faceva; per esempio come è quella storia dei mercanti....
-Ma quella è una stupida leggenda: Pomme de Terre che scaccia i mercanti che profanavano il cortile della Sorbona; sapete, proprio dove oggi c'è il grande monumento con le statue dei sette sapienti contestati dagli studenti...
-Lo sappiamo: i sette sapienti sono Socrate, Cartesio, Laplace, Poincaré, Einstein, Lin Po, e Pomme de Terre... tutti hanno studiato alla Sorbona.
-Però allora le statue erano solo sei; ma questa storia è una leggenda, e pare che non sia neppure una leggenda originale, è stata copiata da qualche altra. No, io non voglio raccontarvi le storie del tutto infondate che si raccontano su Pomme de Terre studentessa; voglio raccontarvi come sono andate veramente le cose.
-Vorrei registrarmi per i corsi... dovrebbe esserci un'iscrizione a mio nome...
-Va bene, è tutto in regola... allora, che cosa hai scelto per il primo anno?
-Ma, io, veramente... quali sono i corsi che posso fare?
-Vediamo... puoi scegliere Magia Animale, Magia Vegetale e Magia Minerale... Storia Futura, Parapsicologia e Telecinesi. Per gli altri corsi devi aspettare il secondo anno.
-Io non so... facciamo Storia Futura.
-Va bene, sei iscritta, puoi andare.
-Ma scusi, dove devo andare? In quale aula?
-Se hai bisogno di chiedere, vuol dire che non hai le doti per questo corso...
Colpita dalla logica stringente di questo ragionamento, Pomme de Terre si vergognò di insistere, e cominciò a vagare per i corridoi della storica Università. Solo nel pomeriggio riuscì a indovinare che doveva spingere una porticina, naturalmente senza maniglia, che dava accesso ad un'aula in cui diversi studenti stavano seduti a terra con le gambe incrociate; seduto sulla cattedra c'era uno un po' più anziano che aveva l'aria molto concentrata. Pomme de Terre non osò chiedere a lui cosa doveva fare, ma quando chiese ad uno di quelli seduti per terra le fu risposto molto duramente di stare zitta, di sedersi come gli altri e di pensare al futuro.
Dopo circa tre ore, Catherine si alzò, fece ancora un tentativo, infruttuoso, di parlare al professore, e se ne andò. L'impiegato dal naso adunco la accolse ancora più freddamente di prima.
-Cosa vuoi?
-Mi scusi, ma io non riesco a vedere il futuro. Mi viene solo un grande mal di testa.
-Allora sei bocciata.
-Per piacere, mi dia un'altra possibilità; mi faccia scegliere un altro corso...
Mugugnando contro gli studenti, l'impiegato le concesse di iscriversi a Magia Animale.
-E come trovo l' Istituto di Magia Animale?
-Segua la tartaruga.
In effetti c'era una piccolissima tartaruga che avanzò lungo il corridoio per tutta la serata, a notte fonda discese le scale fino al sotterraneo, e all'alba una spossata Pomme de Terre, dopo aver ringraziato la tartaruga che ripartì subito per l'ascensione delle scale, aprì piano piano una porta, e si trovò in una grande stanza con alti soffitti, e delle piccole finestrelle in alto. Tutte le pareti erano coperte di gabbie, e si sentiva l'odore acre degli uccelli e lo sbattere di ali rinchiuse; al centro, il professore, attorniato dai suoi studenti, esaminava un aquilotto con le ali legate.
-Una nuova studentessa? Bene... poichè sei l'ultima arrivata, tocca a te pulire le gabbie.
Pomme de Terre non tentò nemmeno di fare domande. Così\ cominciarono i suoi studi. Di giorno il professore spiegava, gli studenti si esercitavano sugli uccelli imprigionati, di sera Pomme de Terre ripuliva le gabbie, dava da mangiare e da bere a tutti i prigionieri. Finchè un giorno il professore le disse:
-Domani vado con tutta la classe in gita sull'isola di Saint Louis, a catturare dei fringuelli. Tu resti qui, perchè qualcuno deve ben prendersi cura degli uccelli.
Pomme de Terre non disse niente. Ma appena il professore se ne fu andato con tutti gli altri studenti, cominciò con metodo ad aprire le gabbie una ad una. A sera, il professore arrivò e la trovò seduta al tavolo centrale, in mezzo a tutte le gabbie vuote; ci furono grida, parole forti, il professore perse completamente le staffe, arrivarono dei bidelli e professori di altre materie richiamati dal frastuono...
La corte di disciplina dell'Università si riuniva molto di rado, ed era considerata un'occasione molto solenne. Il Rettore aveva un cappello con un grande pennacchio, i Giudici portavano delle parrucche di colori molto strani; erano seduti ad un grande tavolo rialzato, in fondo ad una sala con delle grandi finestre che davano sul cortile principale, e che era gremita di studenti e professori. Il professore di Magia Animale si alzò e avanzò verso la corte:
-Signori della Corte di Disciplina, vi chiedo di prendere dei provvedimenti durissimi contro questa disgraziata che ha completamente distrutto, per incredibile negligenza, il patrimonio di animali del mio Istituto.
-Signori giudici- la voce di Pomme de Terre era sottile, ma tutti la ascoltarono con attenzione perchè volevano capire cosa era successo -io non ho lasciate aperte le gabbie per negligenza, ma perchè gli uccelli venivano maltrattati.
-E' una menzogna!- gridò il professore.
-Allora voglio chiamare un testimone che può confermare quello che dico.
Avuto un cenno di assenso dal Rettore in persona, Pomme de Terre andò ad aprire una delle grandi finestre, fece uno dei suoi soliti fischi e dalla finestra entrò un aquilotto, che si posò sulla spalliera di una seggiola accanto a lei, e fece un lungo cinguettio.
-Il mio testimone- fece Pomme de Terre -dice che gli uccelli erano infelici perchè venivano tenuti nelle gabbie e non potevano volare.
Il professore di Magia Animale a questo punto perse del tutto la calma:
-Ma come possiamo stare qui a farci raccontare da questa imbrogliona che questo uccello dice quello che pare a lei?- e fece per colpire l'aquilotto. Allora Pomme de Terre fece un altro fischio; dalla finestra aperta entrò una grande aquila, piegando abilmente le ali che erano troppo larghe per passare distese. Con i suoi grandi artigli afferrò per le spalle il professore di Magia Animale, e riprese il volo riuscendo dalla finestra, seguita dal suo aquilotto che continuava a cinguettare. Pare che nessuno abbia più avuto notizie del professore.
Allora il Rettore si chinò a parlare all'orecchio dei Giudici, e confabularono a lungo. Poi il Presidente del Tribunale, che era il più anziano dei giudici con la parrucca, si alzò e pronunciò la sentenza:
-La qui presente Catherine Dessur... è nominata professoressa di Magia Animale, in sostituzione del precedente titolare che ha lasciato l'Università senza il nostro permesso.
Così Pomme de Terre divenne professore: nessuno come lei sapeva spiegare il linguaggio degli animali. Ma a quell'epoca non c'erano poi tante specie di animali a Parigi; il lavoro di ricerca sembrava esaurirsi. E alla fine Pomme de Terre decise di darsi la laurea in Magia Animale; poichè lei era il titolare dell'unica cattedra di quella materia, nessuno poteva contestarle questa decisione. E così non fu più una studentessa; era venuto il momento di ripartire. E così un giorno di autunno, con sulle spalle il suo solito piccolo sacco, si avviò su per la salita del Pavé des Gardes; perchè la prima tappa del suo cammino doveva essere Versailles.