-Pomme de Terre, nonno, raccontaci di Pomme de Terre.
-Sì, nonno, Pomme de Terre.
-Ma come- rispondeva -a scuola tutti i giorni sentite raccontare di Pomme de Terre; vi fanno studiare a memoria i suoi detti, leggere i suoi Nuovi principi per la salvezza del mondo, studiare le sue riforme... ``Pomme de Terre la profetessa della nostra epoca'', non vi insegnano a chiamarla così?
-Ma no, nonno, non vogliamo sentire le cose di scuola...
-Vogliamo sentire la storia della sua vita. Specialmente di quando era piccola, di quando ancora non la conosceva nessuno.
-Ma come- faceva il nonno -non studiate la sua vita a scuola? Non vi fanno leggere il libro del Parschenblum ``Vita e opere di Pomme de Terre'' in sei volumi?
-E poi, perchè l'hanno chiamata così?
E allora il nonno si metteva con tanta pazienza a raccontarci quello che volevamo:
-Naturalmente non si chiamava così; il suo nome era Catherine...
Da bambina Catherine era abituata a stare molto da sola, anzi era sempre in compagnia degli animali della foresta. Al villaggio scendeva raramente, nei sentieri della foresta si rincorreva con i suoi amici, specialmente Lupo, Piglet, e Lizard. Nelle sue scorribande nel bosco, Catherine era vestita solo con una tela di sacco; il nonno non le permetteva di andare al villaggio vestita così. Ma un giorno alcuni ragazzi del villaggio che andavano per mirtilli la videro, e le gridarono dietro ``sacco di patate'' e poi ``patata'', cioè Pomme de Terre; e da allora al villaggio quello fu il suo soprannome.
Ma il tempo passava anche sulle rive del Lago a Croce: presto Piglet fu un maialone peloso, Lizard un grande rettile, e Lupo ebbe delle lunghe zanne appuntite; Catherine era una ragazza con i capelli lunghi ed una punta di seno.
Una sera di fine ottobre, come ogni anno, si teneva la festa del villaggio. Un grande granaio, che portava il nome antico di Jeu de Paume, era stato svuotato, ai lati erano pronte le tavole con i rinfreschi, i musicanti provavano i loro strumenti. Catherine non era più vestita di tela di sacco, ma aveva un vestito a fiori che era stato della sua povera mamma. Quella sera nessuno dei ragazzi del villaggio la chiamò Pomme de Terre, ma tutti volevano ballare con lei, soprattutto uno. Lo stesso che quando l'ultimo ballo fu finito si offrì di accompagnarla a casa; Catherine gli spiegò che lei non si era mai persa nel bosco, e che nessuno degli animali le avrebbe mai dato fastidio, ma lui insistette tanto... Quando furono nel bosco subito dopo le rovine, lui la prese tra le sue braccia e cercò di baciarla.
-Lasciami, o chiamerò gli animali della foresta a difendermi- disse lei; lui rise, e continuò a stringerla. Allora Pomme de Terre fece un lungo fischio, appena udibile, e lui rise ancora più forte, e disse che nessuno sarebbe venuto ad aiutarla... finchè due occhi luccicarono nel buio, e due zanne si piantarono nella gamba del ragazzo, che si mise a urlare come un ossesso e sparì di gran corsa verso il villaggio.
Quando Catherine arrivò a casa il nonno la aspettava sotto la veranda.
-Ti sei divertita?- le chiese. E allora lei gli raccontò di come la serata era cominciata bene e finita male. Ma quando il nonno sentì come Lupo era intervenuto in soccorso, si agitò moltissimo.
-Ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Ti accuseranno di essere una strega, che chiama le belve della foresta e le aizza contro gli uomini.
-Le belve della foresta non attaccano una femmina che non li vuole.
-Ma questo a loro non interessa; ti faranno passare dei guai. E comunque quello che ti è successo stasera mi fa capire che io avevo torto a volerti tenere qui con me, in un piccolo villaggio dove non puoi crescere. Devi partire.
-E dove vuoi che vada? questa è la mia casa, e tu sei la mia famiglia.
-No, tu non hai famiglia, e devi andare dove potrai imparare di più. Ti iscriverò all'Università.
E senza ascoltare le proteste di Catherine, il vecchio aprì il minitel, stabilì il collegamento, e chiese un'iscrizione immediata all'Università della Sorbona per Catherine Dessur.
-Ma io non voglio andare a Parigi, e lasciarti solo.
-Tu devi fare quello che è necessario per la tua vita- disse il nonno, e non c'era modo di discutere. Così la mattina dopo, all'alba, Catherine mise nel suo sacco a spalla i pochi vestiti, il pane che il nonno le aveva preparato, e pochissimi ricordi; e aggirando il villaggio ancora addormentato, si diresse verso i boschi di Velizy, attraversò le paludi di Chaville, e scese dalle colline lungo il sentiero che portava l'antico nome di Pavé des Gardes, anche se non era più lastricato da tempo immemorabile, fino alla Senna e verso il suo destino.