All'ora prevista si aprì la porta e cominciarono ad entrare i bambini. Erano sei; un paio avevano gli occhi lucidi, uno tirava su con il naso, due si picchiavano e una bambina mi guardava con un aria molto diffidente. Il primo giorno di scuola è sempre così, anche per quelli già grandicelli; nella mia classe c'erano un paio di adolescenti, che non erano meno imbarazzati degli altri.
-Sedetevi -dissi -Io sono il vostro primo maestro umano, non è vero?
-Sì -rispose per tutti un ragazzo che era il più grande -Fino ad ora abbiamo avuto solo maestri robot.
-Tu cosa sai che i robot non sanno? -chiese il bambino più piccolo.
-Le macchine sanno più cose di me...Ma io...vi farò un esempio. Mi avvicinai al trivisore, inserii la cassetta del film ``Casablanca'' e ne mostrai l'inizio ai bambini, finchè fui ben sicuro che tutti avessero riconosciuto il classico che fa parte di ogni unità Cinema 1. Quando spensi il trivisore chiesi ai bambini:
-Questa storia è vera?
-Certo -rispose una bambina -è un film storico.
-Non è così; film storico vuol dire che è ambientato in un periodo storico ricostruito più o meno esattamente, in questo caso la penultima guerra mondiale. Però i personaggi e le loro vicende sono di fantasia, sono stati creati da uno scrittore.
-Allora tu sai tutto quello che è vero e tutto quello che è falso?
-Bè... non proprio. Io però devo aiutarvi a distinguere la realtà dalla finzione, perchè vista alla trivisione non è facile distinguere.
-Che qualifica bisogna avere per fare il maestro? -chiese la solita bambina.
-Bisogna conoscere l'animo umano.
-Che cos'è l'animo umano?
-Se io sono un buon maestro alla fine dell'anno scolastico lo saprete.
Ci fu un lungo silenzio che io ruppi dicendo:
-Ora presentatevi; ditemi il vostro nome, l'età, chi sono i vostri genitori, e cosa avete studiato finora.
Nessuno si fece avanti, e allora io feci cominciare la bambina che aveva parlato più volte.
-Io mi chiamo Anna ed ho sette anni. Mio papà è Marco e fa il Cercatore; mia mamma è Laura ed è addetta all'organizzazione del tempo libero. Le unità che ho studiato sono ...
Quando ebbe finito l' elenco, da cui mi resi conto che i maestri robot erano stati usati con competenza, chiesi al bambino più piccolo, quello che tirava su con il naso:
-E tu?
-Io ho cinque anni e mi chiamo Giuseppe. Il mio papà è il medico e si chiama Alberto; la mia mamma Benedetta guida l'elicottero.
-Certo, è lei che mi ha portato qui. Sai scrivere?
-Un po'; solo l'unità 0. Mi insegnerai anche tu?
-Ti dirò cosa devi fare, ma continuerai ad usare l'automaestro da solo.
Quindi si presentarono Cecilia, Paola, e i due più grandi Guido e Stefano. Poi gli feci degli altri esempi di discriminazione tra realtà e fantasia, e quando fu l'ora di smettere gli dissi che nei giorni successivi sarei passato a conoscere tutti i loro genitori.
All'uscita la piccola Anna corse nelle braccia di una donna dai capelli rossi. Quando si rialzò e potei vederla meglio vidi dei grandi occhi verdi, di quelli che danno l'impressione di poterci cascare dentro. Mi raddrizzai come per non cascare e mi presentai:
-Sono il nuovo maestro; poichè vorrei conoscere i genitori dei miei alunni, vorrei venire a trovarvi quando vi fa comodo.
-Perchè non subito?