Verso il tramonto l'elicottero cominciò ad abbassarsi, ma io non vedevo che dune che si rincorrevano l'un l'altra. Allora chiesi al pilota:
-Dov'è? Siamo arrivati?
-Laggiù- rispose, e lasciò per un attimo alcuni dei comandi per indicare.
Guardando con attenzione vidi una specie di millepiedi metallico che si fletteva per seguire la curva delle dune. Quando riuscii a scorgere la pista di atterraggio mi resi conto delle dimensioni del veicolo.
-È quello il convoglio perforatore? È il più grande che ci sia?
-Sessanta metri, diciotto assi motori, duecentoventi tonnellate. È il migliore del deserto dell'ovest, almeno da quando è esploso il perforatore a venti assi della Compagnia dei Pozzi del Sud-Ovest.
-Come può un simile gigante esplodere?
-Nel deserto non sono concessi errori. La Compagnia dei Pozzi del Sud-ovest ha trovato una sacca di petrolio invece che di acqua, e attraverso il pozzo è risalito del metano...
-E che ne è successo del personale della Compagnia del Sud-ovest?
-Molti sono morti, o rimasti invalidi; alcuni sono stati assunti da altre Compagnie. Noi per esempio abbiamo assunto un Cercatore, Marco.
-Perchè tu fai un lavoro così rischioso?
-Dipende da quale è l'alternativa; prima lavoravo alle piattaforme petrolifere d'alto mare. Qui non ci sono neppure tifoni, e quando ci sono tempeste di sabbia non volo.
-Hai un buono stipendio?
-Non hai capito; tutti noi siamo soci della Compagnia dei Pozzi del Nord-ovest e abbiamo una percentuale sul guadagno di ogni pozzo.
-Tutti uguale?
-No, certo; a seconda del lavoro. Poi ci sono i premi; il Cercatore che trova il pozzo ha il venti per cento.
-E gli altri cercatori non prendono niente?
-Solo la percentuale di base, circa l'uno per cento. Ma ora stai zitto che devo atterrare.
La pista di atterraggio era un cerchio disegnato sulla sabbia; dentro al cerchio la sabbia non si muoveva, come se fosse congelata. Però il cerchio era così piccolo che l'elicottero sollevava una piccola tempesta di sabbia appena fuori dalla pista. Appena il motore fu spento, il pilota si tolse il casco e scosse i suoi lunghi capelli biondi. La ragazza che mi aveva trasportato non aveva molto più di vent'anni, ed era alta e slanciata.
-Io mi chiamo Benedetta -disse, quasi in risposta al mio sguardo di ammirazione.
-Io sono Antonio -risposi, e scesi con la mia valigia. Il terreno dentro al cerchio di atterraggio aveva l'aspetto di sabbia, ma era più solido del cemento. Colla al silicone, probabilmente. Davanti all'ingresso del Perforatore mi attendeva un uomo di mezza età, con i capelli grigi e un pò radi, di bassa statura, il naso adunco e degli occhi molto mobili. Benedetta fece le presentazioni:
-Questo è il nostro Direttore Generale, il signor Emilio. E questo è il nostro nuovo Maestro, il signor Antonio.
-Benvenuto alla Compagnia dei Pozzi del Nord-ovest. Venga, le mostrerò il suo alloggio. Ora sarà stanco per il viaggio, ma se vuole cenare le mostrerò la mensa.
-Veramente vorrei vedere subito l'aula.
-L'aula fa parte del suo alloggio. Ecco... da questa parte...
Il Direttore mi fece entrare in una stanza piuttosto grande, piena di apparecchiature elettroniche.
-Questo è un Sony Maestromio 722... -cominciò Emilio.
-Lo conosco, 25 Gigabyte, un buon modello -risposi. Forse volevano impressionarmi con la loro attrezzatura -però il mio insegnamento non si basa molto sulle macchine.
-Si capisce, per usare le macchine istruttrici i bambini possono fare da soli, come hanno fatto sino ad ora. Ma ora venga, questo è il quadro di controllo. Vediamo...appartamento privato del maestro...questo è il comando...
Allora le apparecchiature dell' autoaula scomparvero nelle pareti, un paio di divisori scesero dal soffitto, e ci trovammo in un salottino comodamente arredato. Due porte conducevano in una camera da letto e in un bagno. Allora Emilio mi lasciò e io mi stesi sul letto a riflettere. Forse questo sarebbe stato un buon posto, non come l'ultimo in Antartide...