La luce restò accesa per tutta la notte, brillando sempre uguale: non poteva essere un falò. Quando spuntò l'alba e la luce non si vedeva più Pato disse agli altri Sur:
- Se vogliamo essere sicuri di raggiungere quella luce, dobbiamo marciare di notte e dormire di giorno.
Così fecero, e notte dopo notte la luce li guidava, sempre più brillante, finchè non arrivarono a distinguere un altissimo palo con in cima una lampada. Dopo un'altra notte di marcia, i Sur arrivarono ad un piazzale da cui partivano due tunnel paralleli con l'ingresso murato. In uno dei due c'era una porticina, e quando bussarono venne ad aprire un uomo con uno strano vestito senza pelliccia, che li accolse con un lungo discorso:
- Benvenuti nella comunità indipendente e tecnologicamente avanzata del Blackwell tunnel; noi accogliamo sempre i Sur che bussano alla nostra porta, perchè le nostre risorse energetiche ci consentono di accogliere ...
- Tunn? - fece Pato - mai sentito.
- Come? - fece il signore senza pelliccia - noi siamo l'unica comunità che ha conservato un minimo di tecnologia, e quindi un livello di vita accettabile, in tutta l'area metropolitana di Londra. Venite a vedere la nostra città sotterranea.
- Allora siete come i Dig - disse Pato. Il signore senza pelliccia lo guardò storto, e continuò a parlare come se la bocca non gli si raffreddasse mai.
- Venite, venite; questo era un tempo il livello stradale del tunnel, su cui sono state costruite le nostre case. Laggiù c'è la centrale nucleare, che ci fornisce l'energia per la luce e il riscaldamento. Quelle sono ``le serre", in realtà non riscaldate dal sole ma dall'energia nucleare, in cui produciamo il nostro cibo...
I Sur si guardavano attorno esterrefatti; c'erano moltissimi Tunn, e tutti senza pelliccia.
- Qui fa troppo caldo - fece uno dei cacciatori, e si tolse la pelliccia. Presto gli altri lo imitarono.
- Se ci togliamo la pelliccia, poi finiremo per restare qui - fece Pato. E così fu.