Soltanto nel primo pomeriggio ebbi il coraggio di interrompere il suo monologo e di cominciare a fare qualche domanda.
- In che senso si tratta di una cultura aliena?
La professoressa alzò gli occhi al cielo e sospirò, poi mi sgridò come uno scolaretto che non aveva fatto i compiti; questo era il suo modo di fare, lei voleva soltanto la perfezione dai suoi collaboratori.
- Insomma, non sai proprio... di cosa sto parlando. Facciamo così, leggi il primo articolo, parla della scoperta del CD fossile... Batrakov, Nature, volume 2212, e domattina ne parliamo.
La biblioteca del centro di S. Cataldo era fornitissima: classificatori strapieni di CD con tutte le riviste scientifiche pubblicate negli ultimi 100 anni e più. Nella mia università mi avevano insegnato bene l'uso delle librerie digitali, visto che a Calci non ci sono più biblioteche con libri di carta, una spiacevole conseguenza della Grande Evacuazione. L'articolo di Batrakov si intitolava: Una nuova interpretazione del reperto fossile del tardo cretaceo del Lago Waukarly-carly, Australia. Che cosa questo avesse a che fare con il mio lavoro non riuscivo proprio a immaginarlo, ma ben presto mi appassionai alla lettura.
Tra le righe della fredda prosa scientifica non era difficile immaginare la scena: in mezzo al deserto sabbioso un'immenso picco roccioso, alla cui base era stata scavata la galleria di una miniera. Sul campo di atterraggio rozzamente predisposto arrivavano tre giganteschi elicotteri, che sollevavano una nuvola di sabbia, poi scaricavano containers pieni di attrezzature elettroniche. Uno sciame di tecnici montava in mezzo al deserto, coperto appena da una tenda, un supercomputer criogenico dell'ultima generazione. Un grosso fascio di fibre ottiche veniva srotolato per centinaia di metri nella galleria, e collegato ad un microscopio elettronico piazzato sopra ad una roccia. Dopo 500 ore lo scanning era completo: tutti i segni microscopici lasciati dal disco ottico fossile - questa era la nuova interpretazione del reperto - sulla sua matrice rocciosa erano stati digitalizzati.
L'articolo si concludeva con questa frase: Passare dai dati digitalizzati alla comprensione dell'informazione contenuta in questa memoria di massa del tardo cretaceo è una delle principali sfide scientifiche dei prossimi anni.
Era di nuovo l'ora del tramonto che arrossava i monti, fuori delle finestre dello studio della professoressa Giusti, quando mi riaffacciai. La professoressa non perse tempo a salutare; avrei presto imparato che questa era una sua abitudine.
- Hai letto l'articolo che ti ho indicato?
- Sì... mi faccia verificare se ho capito bene. Il CD fossile è stato scritto proprio dai dinosauri?
- Per la verità, neppure di questo siamo sicuri; ma le forme di vita dominanti, a quell'epoca, erano dinosauri. Nel CD ci sono delle immagini, lo abbiamo capito dai controlli di sincronizzazione. Molte di queste immagini mostrano specie di dinosauri, sconosciute ai paleontologi. Guarda qui...
La prof smanettò un poco con i guanti sensibili sulla tastiera virtuale, e fece apparire sul suo schermo un video in cui si muovevano dei dinosauri con la testa molto grande, e la pelle di strani colori.
- Ma quella pelle... pelliccia... sembra...
- Vedo che sei attento... sono vestiti.
- Allora questa era la specie dominante.
- A rigore, non lo sappiamo... neppure se c'era una sola specie dominante... ma probabilmente era questa. Capacità cranica appena superiore, in proporzione, a quella dell'uomo.
Il video era terminato, ed io cominciavo a rendermi conto dell'immensità del mio compito.
- Ma allora io dovrei decifrare... tutto il CD?
- Devi cominciare a capirci qualcosa. Abbiamo identificato i video, e l'indice del disco, quella che noi chiameremmo: File Allocation Table. Però non sappiamo quali sono testi scritti, quali file sono audio, ologrammi, altre cose a noi sconosciute. Con quello che hai studiato, all'Università, dovresti trovare il modo di capire... l'informazione multimediale, combinando audio, video, testo, eccetera.
Per la prima volta, da quando avevo incontrato la professoressa Giusti, tra noi scese un silenzio che mi diede il tempo di pensare, e di trovare molti problemi.
- Per fare un lavoro di questo genere, ci vorrà una potenza di calcolo enorme...
La prof rispose con una risata.
- Non hai capito... non sarai limitato, nel tuo lavoro, dalla potenza di calcolo qui a San Cataldo. Lavorerai nel ciberspazio, usando tutti calcolatori dei centri, che collaborano in questo progetto. Una potenza di memoria e di calcolo... al di là della tua immaginazione, visti i mezzi modesti a cui sei abituato, all'Università di Calci.
Di solito noi studenti chiamavano la nostra Università ``di Calci'' quando parlavamo tra noi, ma ``di Pisa/Calci'' in presenza di un estraneo. Soltanto i libri digitalizzati e qualche attrezzatura erano stati trasportati a Calci mentre la diga di Bocca d'Arno stava per cedere, e la ferita della Grande Evacuazione era ancora aperta: non erano più i tempi della grande e cosmopolita Università di Pisa; ma questo non vuol dire che noi fossimo dei poveri e ignoranti campagnoli.
- Credo di avere imparato abbastanza sul ciberspazio, nei corsi all'Università.
- Certo, nei corsi... ma le esercitazioni pratiche? Quante ne fate? Avevo l'impressione che i corsi a Calci... fossero piuttosto teorici - e vedendo la mia espressione umiliata - Non è certo colpa tua; ma qui imparerai a lavorare in modo molto diverso, e molto più efficiente. Vieni con me.
Andrea Milani 2011-10-11