8.3 Meglio morti

La svolta decisiva per la nostra ricerca venne ancora una volta a notte fonda. La sera ci eravamo riuniti, io, Anna e la Giusti, nello studio della prof. Argomento della discussione: perché i dinosauri odiano. Sul perché si amano, ormai sappiamo tutto. Mi lasciai scappare una battuta del tipo ``si capiscono meglio i dinosauri che certe donne'', una figuraccia, la Giusti mi lanciò uno sguardo rosso fuoco (nel nostro codice di colore); per rendervi conto di quanto ero diventato fanatico del mio lavoro, vi basti pensare che anziché scusarmi tentai di annusarla per sentire l'odore del suo odio.

Dunque dicevo che ora volevamo capire perché i dinosauri odiano, che cosa odiano di più. Anna riferì i risultati di un'analisi statistica che io le avevo chiesto di fare: l'odore che noi avevamo interpretato come odio compariva nei capitoli in cui ci aspettavamo di trovarlo, quello sulla guerra nucleare e anche nel rapporto finale, assieme a molta paura. Ma compariva anche nel capitolo sulla riproduzione, e molto forte.

- Sei sicura? - le chiesi - non capisco che c'entra.

- Non lo capisco neanche io, ma sono sicura che c'è.

- E allora, bisogna andare a cercare proprio lì le ragioni dell'odio più mortale - la Giusti parlò più chiaro di tutti, come al solito.

- Andiamo - dissi, e la guardai negli occhi, ma lei abbassò lo sguardo. Il capitolo sulla riproduzione era stato quello della mia sconfitta, e non solo nella competizione scientifica con gli americani. Era stato proponendo alla Giusti di venire con me a guardare i dinosauri che facevano all'amore, avevo proprio detto così, che avevo fatto lo sbaglio più grave, la volgarità che la aveva eccitata quando finalmente era venuta a vedere, ma che lei non mi aveva perdonato. E ora lì dovevo tornare, ma Laura non sarebbe venuta; andai con Anna.

Come mi hanno insegnato, conto lentamente, uno, due. Siamo subito al sito del CD fossile, e andiamo al capitolo sul sesso dei dinosauri, voglio dire sulla riproduzione. Guardiamo per un po' le solite scene di accoppiamento. Sarà che comincio a identificarmi troppo, ma quel filmetto erotico per dinosauri mi mette subito di buon umore, faccio anche qualche scherzo un po' salace con Anna, che naturalmente mi risponde a tono:

- Non ti annoi a stare a guardare senza fare niente?

- Certo, si potrebbe desiderare di partecipare... magari non con un dinosauro, con qualcuno dall'odore più piacevole.

- Stai attenta ad esprimere desideri; nel ciberspazio, i desideri si realizzano con un cenno della mano...

Ma ad un tratto diventiamo molto seri. Il codice di colore rosso ha steso una specie di velo di sangue sulla scena che stiamo vedendo.

- Presto, torna indietro. Cosa c'è di speciale a questo punto?

- Non si vede nulla... non sta succedendo niente di speciale; stanno solo parlando della fertilità.

- Argomento da scatenare odio? - non ero convinto; eppure era proprio lì - L'unica spiegazione è che da qualche parte nell'audio sia stato menzionato un tabù.

- E non ci sarebbe un'immagine?

- Noi abbiamo il tabù dell'incesto; supponi che in un testo di educazione sessuale si parli di questo argomento. Lo illustreremmo con un video?

- I dinosauri non avevano il tabù dell'incesto. Vuoi rivedere la sequenza della madre con i suoi piccoli un po' cresciuti?

- Per carità, non è che io stia parlando del tabù dell'incesto. Potrebbero avere un altro tabù.

- E questo tabù sarebbe la fonte dell'odio mortale? Tra chi?

- Tra quelli che sono tabù tra loro, voglio dire che non devono fare figli assieme.

Anna non era convinta; fece apparire in una finestra la traduzione del testo che accompagnava il video.

- Non è questo. Qui stanno parlando della fertilità, di come avere tanti piccoli dinosauretti, un argomento innocente... oppure... oppure l'argomento tabù è proprio la sterilità.

- Torniamo al punto in cui menziona la sterilità. Ecco, qui... parlano dei cromosomi. Puoi spiegarmi? Come sai io non sono molto esperto di genetica.

- L'argomento di cui stanno discutendo si può riassumere così: i cromosomi dei dinosauri, con tutto il loro codice genetico, erano tutti a forma di X; se uno dei cromosomi si spezzava durante la duplicazione che serve a formare le cellule seminali, produceva due cromosomi a forma di V. - La maniera di spiegare di Anna è semplice e diretta, abbastanza facile da seguire anche per me - I due cromosomi a V contenevano esattamente gli stessi geni di quello a X, eppure l'ovulo o lo spermatozoo che ne risultava non erano fecondi. È chiaro? Guarda il video in questo punto.

- Ho capito, ma dai un'occhiata qui - ho visto qualcosa di strano, forse non dovrei dire visto, visto che noi usiamo i codici di colore per rappresentare gli odori: ho annusato qualcosa di strano - Ritorniamo indietro.

- Che cosa dovevo vedere?

- Una venatura di rosso e viola: odio e terrore, ma appena percepibile, come un sentimento energicamente represso.

- Certo che per i dinosauri doveva essere difficile mentire, se la loro televisione era dotata di canale odoroso: è come essere sottoposti in continuazione ad una macchina della verità. Hai ragione, ora l'ho visto anche io: odio e paura nella traccia odorosa. Ma che c'entra? Le malformazioni genetiche sono una fonte di paura per ogni madre, ma in questo caso la malformazione produce sterilità, cioè quel particolare ovulo o spermatozoo non produce fecondazione, quindi dove è il problema?

- Forse alcune dinosaure non riuscivano mai ad avere figli, a causa di un difetto sistematico dei cromosomi di tutti i loro ovuli, e lo stesso per alcuni maschi. Comunque sembra una cosa un po' eccessiva, avere una tale paura della sterilità.

- Tu presumi di sapere tutto dei dinosauri - come al solito Anna mi richiama all'ordine - ma che ne sai dell'importanza psicologica e sociale della maternità per le giovani dinosaure in fiore?

- Per carità, lasciamo stare le telenovele dinosauriche. No, la mia idea è un'altra. Forse non avevano paura della sterilità, ma dei loro figli. Ecco, forse l'idea giusta sta proprio nel tuo paragone con la macchina della verità; supponiamo che questo odore di odio e paura indichi qualcosa che nel testo scritto non c'è. Quando parlano di un tabù, spesso i libri mentono... supponiamo che invece un incrocio tra dinosauri con cromosomi a V potesse produrre dei figli, magari solo con una certa riduzione della fecondità.

- Allora le mutazioni potrebbero consolidarsi, e anche accumularsi; in altre parole, ci sarebbero alcuni dinosauri con sempre più cromosomi a V. Finché i patrimoni cromosomici diventano tanto diversi da essere incompatibili, e l'incrocio tra i due gruppi non è più possibile, o al massimo produce una prole sterile.

- E come si chiama questo fenomeno, questo accumularsi di mutazioni finché due gruppi non possono più incrociarsi tra di loro?

- Si chiama speciazione. I dinosauri con tutti i cromosomi ad X e quelli con molti cromosomi a V non possono riprodursi tra loro, quindi sono per definizione due specie diverse.

Mi ricorda qualche cosa. Qualcosa che ho sentito di recente. La guerra di sterminio. Considerare il tuo nemico come un essere umano. Quelli della nostra specie che stanno nel villaggio. Almeno non genereranno dei bastardi sterili. La pulizia cromosomica. Il villaggio è cromosomicamente puro. Oddio, forse ho capito.

- È terribile - dico - un odio che non ha limiti. Meglio morti che essere dei loro.

Anna ora è confusa. Io le faccio cenno di aspettare, devo pensare un momento. Ma poi vedo che è spaventata, e la consolo.

- No, non preoccuparti, non è niente di terribile per noi. Anzi, forse ci permette di concludere questa ricerca con una nota di ottimismo. Ma prima fammi verificare. I termini del problema sono chiari: sterilità, mutazioni della forma dei cromosomi, incroci; ma non riesco a trovare il nesso logico. Quindi mi pare il momento di fare una gita all'Università di Praga.

- Ma mi spieghi?

- Aspetta, vedrai che quando pongo il quesito sarà chiaro anche a te.

Il sito del motore di ricerca logico dell'Università di Praga è di aspetto austero, poca grafica e niente colori sgargianti, ma efficiente. Mi metto a digitare come al solito, visto che io sono un cliente affezionato:

Elenco dei termini:

Sterilità, rottura dei cromosomi, speciazione,...

- Ma noi non abbiamo nessuna indicazione che tra i Waukarlysaurus ci fossero due specie diverse.

- E perché no? Nel loro aspetto non si nota alcuna differenza, ma potrebbero esserci delle differenze fisiologiche che non conosciamo... o meglio ancora, potrebbe non esserci alcuna differenza. Ecco, proviamo ad aggiungere questa ipotesi, come si dice che due specie sembrano del tutto uguali?

Anna completa l'elenco dei termini con le parole appropriate:

...nessuna differenza nel fenotipo

Il motore di ricerca si avvia, ma la risposta non arriva subito. Per certi versi preferirei che il motore di ricerca facesse un po' di rumore di macchinari in azione, tanto per farti capire che sta lavorando e che non si è dimenticato di te.

- Ne verrà fuori una bella bolletta, se i calcolatori dell'Università di Praga devono pensarci sopra così a lungo - osservò Anna, che non era ancora tanto abituata a lavorare a progetti con budget illimitato come il mio.

- Non ti preoccupare, l'Università di Praga ed il Centro CNR di San Cataldo hanno un accordo di scambio di informazione a costo zero, cioè loro possono utilizzare tutte le nostre traduzioni dal dinosaurico e noi possiamo utilizzare il loro motore di ricerca. Da quel che ho visto delle statistiche dei server, hanno persino fatto un buon affare, perché le nostre spiegazioni del CD fossile sono molto richieste... ecco, la risposta.

Il motore di ricerca ha fatto un piccolo suono come di campanello, per richiamare la nostra attenzione, e poi fa apparire su di uno schermo virtuale una breve e alquanto enigmatica risposta:

Consultare le voci:

Emilia-Romagna, fauna; speciazione catastrofica

Arvicola del Savi

- Io credo che la Sibilla Cumana fosse più chiara - è il commento un po' stizzito di Anna.

- A furia di frequentare la Giusti, hai finito per parlare come lei; mi ricordo che anche lei non ha mai apprezzato molto il motore di ricerca logico.

- E tu osi dissentire dalla Giusti? - questo commento contiene una vena di malvagità, ma io sono di buon umore stasera, e faccio finta di non aver capito.

- Invece questa è una risposta, e se la danno vuol dire che c'è un nesso logico: bisogna seguire le istruzioni, puntiamo sul termine ``Emilia-Romagna, fauna''.

Appare una grande esposizione multimediale degli animali di questa regione; naturalmente il principale prodotto dell'industria agroalimentare emiliana è il maiale, quindi non si capisce bene se questa presentazione è fatta per gli amanti della natura o per i buongustai.

- Io non ci trovo niente che abbia a che fare con i dinosauri; dopotutto, il maiale ai loro tempi non esisteva, altrimenti lo avrebbero mangiato volentieri, ma forse avrebbero preferito il prosciutto d'uomo.

- Stai buona, cerchiamo nell'indice l'altra voce che ci è stata suggerita: ``speciazione catastrofica''.

La pagina di informazioni che ci appare sullo schermo racconta un episodio di speciazione catastrofica individuato alla fine del secolo scorso tra i topi dell'Appennino Centrale e quelli dell'Italia Meridionale. Topi apparentemente identici, trovati in regioni diverse, erano risultati essere specie diverse, cioè non potevano incrociarsi. I biologi avevano deciso che questo era il risultato di una rottura dei cromosomi, e che si era verificato in un intervallo di tempo relativamente breve, poche migliaia di anni.

Restiamo per un po' a leggere in silenzio; Anna è la prima a comprendere le implicazioni:

- Ma è molto simile a quello che succedeva ai dinosauri; anche in questo caso una mutazione nella forma dei cromosomi ha provocato la formazione di due specie, senza cambiamento del fenotipo, cioè le due specie avevano esattamente lo stesso aspetto, la stessa fisiologia.

- Capisco, è interessante, ma non è quello che stavamo cercando. Si chiama ``speciazione catastrofica'' perché avviene in un tempo breve rispetto alla scala di tempo dell'evoluzione, diciamo dopo l'ultima glaciazione. Ma sulla scala di tempi della storia di una civiltà è sempre un fenomeno lento. Se fosse successo qualcosa di simile ai dinosauri, avrebbero avuto il tempo di accorgersene, e magari di procedere al genocidio di una delle due specie senza bisogno di distruggere il mondo. No, questa non è la soluzione del nostro problema. Perché non diamo un'occhiata all'altro riferimento che ha trovato il motore di ricerca, questa... come si chiama... Arvicola del Savi.

- Come hai detto? del Savi?

- Mi pare che ci sia scritto così... torniamo alla pagina che contiene la risposta del motore di ricerca.

- Ma non ti ricordi chi era il Savi?

- No, ora non mi viene in mente. Dovrei saperlo?

- Era uno dei fondatori del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa.

- Vuoi dire il Museo di Calci?

- Era a Pisa, prima di essere spostato a Calci.

- In occasione della Grande Evacuazione?

- No, è stato trasferito a Calci anche prima. Se ti ricordi il Decreto della Grande Evacuazione, dice proprio così: l'attività didattica e di ricerca dell'Università di Pisa continuerà presso la sede del Museo di Storia Naturale di Calci.

- Tu sai ancora il Decreto dell'Evacuazione che hai imparato a memoria da matricola?

Anna scuote la testa, e ha ragione, ora non è il momento di parlare di storia dell'Università di Pisa. Punto il mouse virtuale sulle parole ``Arvicola del Savi'' ed appare una stanza virtuale del Museo di Calci; la didascalia sotto dice:

Benvenuti al Museo di Storia Naturale di Pisa/Calci, uno dei musei virtuali più antichi del mondo

Apprendiamo che l'Arvicola del Savi è un'altra specie di roditore, in pratica un topolino di campagna, e che è stata identificata sulla base di un esemplare preparato (nel senso di impagliato) da uno dei fondatori del Museo. La spiegazione in linea continua:

L'arvicola del Savi è anche nota per l'uso fattone in esperimenti di genetica nei primi anni del secolo XXI. In particolare è la prima specie in cui è stata ottenuta una speciazione catastrofica indotta sperimentalmente. Per questo esperimento si veda la vetrina 37 del Museo.

- Non è possibile... non è possibile - ho un momento di scoramento - abbiamo frugato per mesi in ogni più riposto angolo del ciberspazio, e la soluzione sta in una vetrina del Museo di Calci.

- Quello che ti disturba - rise Anna - è che forse sei stato a sentire qualche lezione proprio in quella sala, visto che sono tutte usate anche come aule, e non hai neppure guardato la vetrina che conteneva la soluzione del tuo problema futuro.

- Ma cosa me ne importava delle bestie impagliate che stavano nelle vetrine, io ero uno studente di informatica... basta, ora voglio andare a vedere.

- Come andare? Possiamo avere una riproduzione 3D della vetrina 37, basta ordinarla per E-mail.

- No, hai ragione tu, ci sono stato accanto e non l'ho mai guardata, e ora voglio andare a vedere con i miei occhi. E poi non sono più tornato a Calci da quando sono arrivato a San Cataldo, è venuto il momento di fare una gita alla mia vecchia università; ma questo domani. Copiamoci nella nostra memoria questa pagina, e andiamocene a letto. Ci siamo meritati un po' di riposo. E io non avrò difficoltà a dormire, perché ora so che siamo vicini alla soluzione dell'enigma principale.

Andrea Milani 2011-10-11