La tappa successiva della mia visita guidata del perforatore fu la cabina di guida. Emilio voleva spiegarmi le meraviglie dei sistemi di guida ad intelligenza artificiale che consentivano di superare qualsiasi duna, ma io preferivo parlare con il pilota.
-Io sono Antonio, il maestro -mi presentai.
-Mmm...mi chiamo Paolo -rispose secco, e mi fece subito capire che non aveva molta voglia di fare nuove conoscenze. Noi maestri siamo abituati ad essere trattati con freddezza dalla gente che non ha figli e ci vede solo come dei ficcanaso se appena pretendiamo di capire qualcosa della comunità in cui operiamo, ma Paolo era veramente poco comunicativo.
-Basta una sola persona per guidare un mezzo così complicato e pesante?
-Sì -fu tutta la risposta che ottenni; anche i tentativi di stuzzicare il suo amor proprio non sembravano avere successo.
Appena fuori dalla cabina, chiesi ad Emilio:
-È bravo questo pilota?
-Non ha mai sbagliato, e questo non è poco per esempio quando ci sono tempeste di sabbia con vento a 180 chilometri all'ora.
-Non mi pare che sia molto entusiasta del suo lavoro.
-No, è un tipo un po' chiuso...
Nel corridoio incontrammo un giovane dall'aria robusta, che mi fu presentato come Federico, apprendista cercatore.
-E in cosa consiste il lavoro dell'apprendista cercatore?-chiesi.
-Vado assieme a qualcuno dei cercatori per imparare il mestiere...
-E come farai a diventare cercatore?
-Beh, per esempio potrei aspettare che muoia qualcuno dei nostri cercatori... -disse sorridendo.
-Federico! -lo sgridò Emilio -che battuta di cattivo gusto!
La risposta di Federico fu coperta da un terribile cigolio. Il perforatore si arrestò in modo sorprendentemente brusco per una macchina della sua mole.
-Siamo arrivati dagli Abdiloti! -disse Emilio.
-Abdichè? -feci io, ma Emilio scese dal perforatore senza darmi ascolto così alla svelta che feci fatica a seguirlo.