La KSC è un grande capannone dentro un alto recinto che contiene anche delle baracche. Non proprio un posto allegro. Al cancello la guardia mi osserva con diffidenza, ma appena gli mostro il mio tesserino di ufficiale scatta quasi sull'attenti: evidentemente un ex militare. Il direttore della fabbrica mi aspetta in ufficio. È un po stupito che gli chieda informazioni su di una clandestina, ma cerca di non darlo a vedere. Fruga in uno schedario, e trova un fascicolo con dentro il vecchio passaporto di Hong Kong, il foglio di assegnazione del PRPC, ed una scheda su cui c'è scritto semplicemente ``resasi irreperibile, 15 luglio 2012".
-Come? È fuggita neanche tre giorni dopo che era stata assegnata a voi?
-Cosa vuole, è normale... non abbiamo sorveglianza sufficiente, quelli che non sono contenti del lavoro prima o poi riescono a scappare.
-E allora a che serve pattugliare la cortina d'oro?
-Il Confine della Zona Economica Europea è una necessità geopolitica... d'altro canto noi abbiamo bisogno di manodopera.
-E dove scappano i clandestini?
-Senza documenti non possono entrare nella Federazione Europea; qualcuno riesce a procurarsi documenti falsi, alcuni restano a vivere nella Casbah, molti vanno all'Est.
Me ne vado salutando appena. Sono furioso, sia per il tempo perduto, sia per la conferma che il mio lavoro serve solo a tenere bassi i salari. Prima ancora di rendermi conto di quello che faccio sono sulla strada per il centro.