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27 aprile

Giorgio stava nel suo ufficio (sulla porta c'era scritto ``Comunicazione aziendale e pubbliche relazioni''; molto nello stile pomposo delle compagnie ad alta tecnologia). Mi invitò ad entrare senza neppure chiedermi perchè fossi venuto.

-Ho bisogno di un parere. Secondo te, è vero che in questo ambiente contano solo le questioni di interesse?

-Tu stai sempre pensando alla teoria di Elena, che Marco ha assassinato Carlo per rubargli il pozzo?

-Non posso fare a meno di pensarci, visto che me la ripetono tutti, ma crederci è un altro paio di maniche.

-Non c'è dubbio che il successo economico conti molto per tutti, qui dentro...ma nemmeno per questa gente il denaro è tutto.

Io rimasi un po' a pensare alle implicazioni di queste parole.

-Vuoi dire che possono esserci dei moventi del tutto diversi?

-Quando delle persone restano chiuse insieme in un ambiente così ristretto per molti anni, amori ed odii si accumulano e può nascere un rancore profondo.

-Ma allora voi conoscete benissimo queste tensioni, e potreste dirmi chi odiava Carlo.

-Il problema è che Carlo era estremamente antipatico a quasi tutti, per via della sua tanto ostentata ricchezza e della sua illimitata presunzione.

-Sembra che neanche a te stesse proprio simpatico... ma tra l'antipatia e l'omicidio ce ne corre.

Giorgio rimase un po' a pensare prima di rispondermi, e poi disse:

-È difficile capire cosa può spingere a uccidere, e in modo così orribile...forse è vero che dietro a questo delitto c'è più calcolo che odio.

Questa mi pareva proprio un'opinione da archiviare per poi ripensarci; forse era una lama a doppio taglio. Da una parte sembrava confermare la colpevolezza di Marco; dall'altra, l'unico calcolo è quello del denaro?



Andrea MILANI
Sat Aug 17 15:26:08 MET_DST 1996