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Metropolitana di Zagabria

Lei mi sembra molto piccola, ora che la vedo in piedi. Indossa un paio di blue-jeans un po' stretti e una T-Shirt sbiadita, e ha i capelli neri sciolti sulle spalle. Mi pare di conoscerla da sempre, e quasi mi dimentico che lei non mi conosce affatto.

-Ti ho portato un tuo amico -dice Zara.

Lei sembra un po' stupita, ma mi saluta con gentilezza:

-Gli amici sono sempre benvenuti.

-Come va? -faccio un po' impacciato.

-Non molto bene; ho saputo che non c'è modo di arrivare nella Federazione Europea, e qui la scelta è tra lavorare da schiava e vivere sottoterra. Perciò me ne vado.

-Ho saputo che prendete l'autobus di domani -dice la maga.

-L'autobus per dove? -chiedo.

-Come, per Tungushka. Dove vorresti andare?

So che Tungushka è un grosso centro minerario nella Siberia Centrale, dove si estraggono le tossine di origine cometaria lasciate dall'impatto del 1908. Non è esattamente il posto che avrei scelto, ma a questo punto tirarsi indietro non ha senso.

-Per me va bene.

-Allora vi lascio, devo tornare al mio tendone.

Restiamo per qualche minuto in silenzio, poi io comincio:

-Nemi...

-Come sai il mio nome?

-Era sul tuo passaporto.

-Un passaporto di un paese che non esiste... ma dove lo hai visto?

-Controlliamo sempre i documenti dei clandestini che catturiamo.

Lei mi guarda allibita:

-Tu sei un militare? Sei tu che mi hai catturata?

-Sono... ero io. Ma ora ho lasciato.

-E chi sei adesso?

Scrollo le spalle, e non rispondo.

-Avrai un nome.

-Non più.

-E vuoi venire con me?

-Sì.



Andrea MILANI
Sat Aug 17 15:26:08 MET_DST 1996