- Voglio far vedere a Terry dove stavamo da studenti.
- È lontano! - Anna non era molto abituata a camminare, come tutti quelli che stanno a Pisa.
- Dai, facciamo quattro passi; noi facevamo questa strada ogni giorno, per venire a lezione dal collegio. - Io invece desideravo proprio camminare: una delle cose che più mi mancavano, a Pisa, erano le passeggiate, quelle indolenti nelle stradine attorno alla Certosa, e quelle più sportive sui Monti Pisani che sovrastavano Calci da tre lati. Invece a Pisa non c'era proprio dove passeggiare, a parte il giro sulle mura e sui tetti che avevo fatto con Terry una delle prime volte che uscivo con lei.
- Stavi in collegio? - voleva sapere Terry.
- Sì, ero normalista.
- Esiste ancora il collegio della Scuola Normale? Credevo che fosse scomparso con l'Evacuazione.
- Esiste, ed è molto utile per gli studenti fuori sede come ero io. Non potevo certo tornare la sera a Buti, che è al di là di quei monti che vedete; o forse pensate che avessi una macchina?
- Alcuni studenti dell'Università di Toronto, dove ho studiato io, avevano la macchina.
- Sì, e mio nonno raccontava che nella sua famiglia avevano una macchina a testa, e che non c'era la carbon tax... ma sono solo leggende dei tempi andati, da queste parti di macchine private non ce ne sono quasi più. Io potevo studiare all'università solo perché avevo un posto in collegio, e per averlo dovevo meritarmelo, passando tutti gli esami con voti altissimi.
- Allora non tornavi mai a casa?
- Tornavo nei weekend, con l'autobus che si arrampica su per la strada del Monte Serra... almeno fino a quando c'è stata mia madre.
- Quando è morta tua madre? Non ne parli mai.
- Ero al terzo anno.
- E dopo non sei più tornato a casa?
- Da Calci no. Ci sono tornato poche settimane fa...
- Quando? Non me lo hai detto.
- Un weekend che tu eri via, a una mostra.
Terry faceva quell'aria indifferente, che fa quando è offesa. Ma io non avevo proprio avuto voglia di parlarle di quel weekend, non avrei saputo spiegarle che cosa mi era successo a Buti. Per fortuna c'era Anna, che teneva in piedi la coversazione.
- Ma come è morta tua madre?
- Di cancro... ha sofferto molto. Io ero all'Università, mio padre si occupava poco di lei...
- Perché?
- Erano ormai come due estranei, quando lei si ammalò. Non che lui le facesse mancare niente, assistenza medica e cose del genere, anzi ha speso gli ultimi soldi per tentare una cura sperimentale che il servizio sanitario non pagava. Ma è difficile morire senza avere accanto qualcuno che ti ama - ora anche Terry ascoltava con attenzione.
Entrammo in una stradina stretta tra due alte mura che discendeva verso valle; era affollata di studenti che andavano e venivano dai collegi; il primo che si incontrava, poco dopo lo sbocco in una strada più larga, era il Collegio di Santa Teresa.
- Qui - spiegai a Terry - stanno le ragazze, voglio dire le studentesse della Scuola Normale.
- Vuoi dire che le femmine stavano in un collegio separato dai maschi?
- Ci stanno ancora. Non solo, ma il Santa Teresa è un ex convento di suore Carmelitane, ed i maschi stanno nel Collegio di Nicosia, che era a sua volta un convento di frati.
- In Canada non esistono più collegi separati per i due sessi, almeno non dopo i movimenti studenteschi del 2018 - Terry era scandalizzata.
- In Italia, si sa, anche le rivoluzioni più radicali giungono attutite - rispose Anna.
Entrammo al Santa Teresa, almeno nell'atrio, perchè una custode dal'aria arcigna chiaramente stava a guardia della rampa di scale che portava alle stanze delle studentesse. Feci vedere a Terry il busto che ricorda la prima studentessa di fisica dela Scuola Normale, entrata nel collegio femminile che aveva preceduto il Santa Teresa nel 1968.
- Allora le femmine non erano ammesse a studiare scienze? - Terry era sempre più stupita dell'arretratezza dei costumi italiani.
- Non è che fossero ufficialmente escluse, solo che di solito le ragazze studiavano lettere.
- Ma voi ragazzi non avevate nessun contatto con le vostre compagne di corso?
- No, al contrario, noi ronzavamo sempre attorno al Santa Teresa. Anzi, c'è un sentiero qua dietro, ti faccio vedere...
Salimmo tra i campi coltivati su terrazze con muri a secco, tra gli ulivi, sul fianco dela collina.
- Questo sentiero congiunge il collegio Santa Teresa con il collegio Nicosia, che è lassù, a mezza costa sul pendio.
- E su questo sentiero incontravate le ragazze?
- Le andavamo a prendere, le accompagnavamo, ci sedevamo a chiaccherare, se andava bene anche a fare qualcosa di più. Per esempio nel punto più alto del sentiero, subito prima dell'antico cimitero del convento di Nicosia, c'è una croce di ferro piantata in una roccia: secondo la tradizione era il posto giusto per dichiarare il proprio amore ad una ragazza.
- Una tradizione antica?
- Non credo proprio. I monaci di Nicosia non lo facevano... era una leggenda metropolitana, di quelle che si formano in poco tempo, da quando la Scuola Normale riaprì dopo l'evacuazione.
- E tu - chiese Anna - a quante ragazze hai fatto la tua dichiarazione, stando sotto la croce nella roccia?
- Non molte... un paio, e con non molto successo.
- Non avevi successo con le ragazze? - Terry era stupita; in fondo io le piacevo, perché non dovevo piacere alle altre?
- Non molto. Ero perseguitato da una fama pericolosa.
- Di donnaiolo?
- Al contrario, di bravo ragazzo. Una volta la madre di una delle ragazze del Santa Teresa telefonò per cercare la figlia. La direttrice del collegio si sentiva responsabile della virtù di tutte le sue piccole, e non sapeva come dire alla madre che la sua figlia era uscita con un uomo per una lunga passeggiata in montagna, per di più in due soli. E allora le disse: ``È andata in montagna con il giovane Nieri, ma è uno di cui non c'è da preoccuparsi.'' Qualcuna delle ragazze la sentì, e io fui la barzelletta della settimana.
- E con questo le tue speranze di avere successo con le studentesse del Santa Teresa diminuirono di parecchio... ma a proposito, con quella con cui eri andato in montagna cosa era successo? - Terry era almeno un po' curiosa.
- Niente, non è che non mi piacesse, e forse anche io piacevo a lei, ma certe volte semplicemente non succede.
- È incredibile quanto l'Italia sia rimasta indietro nei costumi, nella famiglia, nei rapporti privati. Mia madre, che pure era italiana, me lo diceva sempre, quando le chiedevo perché era andata in Canada. A Toronto facevamo teoricamente parte della comunità italiana, ma la mia educazione di fatto è anglosassone.
- E gli anglosassoni sono meglio? Sei sicura?
A questa mia domanda Terry non rispose; Anna cercò di spiegarle:
- In questi collegi dentro antichi conventi, gestiti con criteri medioevali come la separazione dei sessi, si formano scienziati e tecnologi che competono con successo con quelli delle migliori università europee o americane.
Terry faceva cenno di avere capito, ma si vedeva che restava perplessa. Sull'Italia, o su di me? Sulla via del ritorno verso valle, io rimasi un poco indietro per guardare il collegio Nicosia, dove avevo passato cinque anni; non era cambiato affatto. Quando accelerai il passo per raggiungere le due ragazze le vidi davanti a me che chiaccheravano fitte, e rimasi indietro, non che le volessi spiare, del resto non sentivo cosa dicevano: mi piaceva guardarle. Terry stava raccontando qualcosa di importante, che la preoccupava; Anna le diceva di stare calma, che le cose si sarebbero aggiustate. Forse la discussione mi riguardava... meglio non aver sentito.
Mentre tornavamo indietro io avevo cercato di riprendere il discorso sull'Italia. Per esempio feci notare a Terry che la piazza di Caprona, proprio quella del molo, dove ci aspettava la barca, era intitolata a Percy Bysse Shelley, il poeta romantico che era morto in un incidente con la barca nel mare davanti a Pisa: il suo cadavere era stato ritrovato a Bocca d'Arno, dove ora sorgeva la diga.
- In fondo i viaggiatori romantici hanno inventato l'industria del turismo, una delle basi economiche dell'Italia moderna. Ma ora che me ne ricordo, proprio Shelley ha scritto qualcosa di profondo sulla questione di cui ci occupavamo oggi... i Waukarlisauri credevano di essere onnipotenti, di poter controllare anche la formazione di nuove specie.
- Ma che dici? - Anna non risuciva a seguirmi.
- Non pensi che i dinosauri avessero un ghigno di freddo comando?
Anna scuoteva la testa, pensava che fossi un po' fuso per la stanchezza. Così la discussione morì: Anna ed io eravamo stanchi ma eccitati, mentre Terry era stanca e preoccupata, non era più in vena di partecipare a discussioni culturali. Le chiesi cosa avesse, e mi disse che l'indomani doveva alzarsi presto per andare dal medico, solo un controllo... ma la sua espressione contraddiceva le parole rassicuranti che diceva. Mi ripromisi di parlarle con calma l'indomani; ad ogni modo, anche io avevo molto da dirle, e non potevo più rimandare il momento di fare un discorso molto serio con lei.
Andrea Milani 2011-10-11