Apro il cassetto più in basso della mia scrivania, dove stanno i ricordi, e mi capita in mano la foto tessera fatta al mio arrivo a Pisa. È terribile pensare come ero giovane: ventitrè anni, era nell'anno 2040.
C'è un disegno a matita, uno di quei ritratti fatti ai turisti vicino alla Torre di Pisa, ha qualcosa nello sguardo che mi ricorda come la pensavo a quell'epoca. Poi c'è una donna vestita di nero, che sta a prua di una barca: è la sola foto che ho di lei. C'è un buffo disegno in cui un giovane fa colazione in compagnia di un dinosauro; un diploma di astronauta virtuale, rilasciato dal Comando della Difesa Spaziale Americana. Ci sono sei dischi di musica rock del ventesimo secolo, la chiave per la candela del mio motore fuoribordo, e la ricetta delle lasagne di mia madre; mi manca il cibo italiano. Su dei fogli sparsi ci sono delle poesie, e una favola per bambini; un topolino impagliato, per fortuna è finto, di plastica; ed una riproduzione della lapide con il Decreto dell'Evacuazione. C'è il CD-rom con la mia tesi; ed un biglietto di auguri per la mia partenza, firmato da tutti i colleghi.
Fu un anno di grande avventura, un anno in cui non mi mossi mai da Pisa, una città di provincia sonnolenta e fangosa. Tutte le cose che feci in quell'anno furono delle follie; le rifarei tutte.
Andrea Milani 2011-10-11